. Accusare qualche giocatore a nostro parere significa trovare un alibi agli altri: non abbiamo visto bene nessuno dei nostri, eccetto Maignan (comunque, anche lui stranamente teso in alcune occasioni). Non si è salvato nessuno in campo e nemmeno fuori dal campo: Pioli sembra sempre un po’ offeso dalle sconfitte, come se arrivassero in modo casuale e irragionevole invece che essere figlie di un gioco che impensierisce sempre meno gli avversari. La società alle sue spalle però è quella che ha concluso il mercato portandogli, a un’ora dalla chiusura, il povero Jovic, che sta diventando il simbolo di un nuovo credo: non “Vorrei ma non posso”, ma “Potrei ma non voglio”.
È vero, le classifiche ci dicono che nulla è perduto. Ma non aspettiamo che sia tutto perduto, prima di preoccuparci. Il che non vuole necessariamente dire #PioliOut o #ilGiocatoreCheMiStaAntipaticoOut: vuol dire prendere atto dei problemi, e impegnarsi per risolverli abbandonando un diffuso atteggiamento di sufficienza che non ci porterà da nessuna parte.
Incollo questo passaggio, perchè questo passaggio è la chiave di tutto.
Allenatori migliori di Pioli hanno fatto gare sbagliate, formazioni sbagliate, persino stagioni sbagliate.
Ma se i problemi non li accetti, non li migliori.
Lui non capisce il problema.
Non capisce i problemi.
Non accetta neanche che, quando perdi 3-0 hai preso una brutta sconfitta dove l'avversario ti ha fatto quello che voleva.
Non accetta che un derby perso malamente, presi a pallonate in faccia, mai in partita, senza capirci un cazzo tatticamente, umiliati da Limone Inzaghi, sia stato preparato male.
E quando arrivi a questo punto qua, quando non capisci neanche che ci sia un problema che il tuo capitano, esasperato, va a dire nel post partita a Prime, il problema di chi trovare per sostituirlo va un po' oltre eh. Perchè hai palesemente chiuso. Hai finito un ciclo.
Grazie, grazie veramente di tutto.
Ma basta.
Sai, questo... questo è un caso molto, molto complicato, Maude. Un sacco di input e di output. Fortunatamente io rispetto un regime di droghe piuttosto rigido per mantenere la mente, diciamo, flessibile.