nordahl ha scritto: ↑mercoledì 13 settembre 2023, 10:27
sickboy ha scritto: ↑mercoledì 13 settembre 2023, 7:55
Non siamo una squadra tecnicamente meritevole di vincere l'Europeo, e forse non lo eravamo neanche l'ultima volta. Ma non siamo neanche una squadra così scarsa come è apparso da quella vittoria in poi.
Prendiamo la formazione che ha pareggiato in Macedonia
| | Donnarumma | | |
Di Lorenzo | Mancini | Bastoni | Dimarco |
Barella | Cristante | Tonali |
Politano | Immobile | Zaccagni |
Una domanda: ipotizziamo questo club in Serie A, questa formazione riuscirebbe ad arrivare tra le prime 4?
Dico la mia.
No.
No, probabilmente no.
Ma non parliamo di questo, però.
Parliamo di fallire due qualificazioni mondiali di fila, perdendo con Svezia e Macedonia del Nord e facendo due figure di merda in due gironi di merda:
Svizzera, Irlanda del Nord, Bulgaria e Lituania l'ultima volta, Spagna, Albania, Israele, Macedonia e Liechtestein quella prima;
E rischiando di non andare agli Europei stavolta.
C'è una via di mezzo tra questo ed essere una nazionale forte.
IMHO non siamo nessuna delle due cose.
Cosa fare?
E' difficile, se non nascono più Totti, Baggio e Del Piero, devi schierare Belotti e Retegui
Ma quelcosa puoi farlo
Per dire, fossi nelle FIGC, metterei una regola che obbliga i club a schierare almeno il 50% di giocatori eleggibili per la nazionale nei settori giovanili (tu puoi tesserare tutti i nigeriani che vuoi, anche 254, ma nella distinta tra campo e panchina almeno la metà debbono essere italiani).
In Serie A e B , obbligo di avere nei 23 giocatori schierati, almeno 3 italiani.
Per il primo anno.
4 per il 2°
Poi 5 per il 3° sino ad arrivare a 10 italiani tra 5 anni...
Non è la soluzione a tutti i problemi, intendiamoci. Ma se in Bologna-Milan gli unici due italiani in campo sono Calabria e Orsolini poi diventa anche un problema vincere i Mondiali...
Non sono d'accordo nè con la causa, nè con la soluzione amico mio, per una volta sono in totale disaccordo
La causa non è che non nascono più Totti Baggio e Del piero, la causa è un sistema fallimentare che non allena la tecnica, non fa crescere umanamente i ragazzi, non valorizza quelli di talento, è infestato da genitori/procuratori che cercano di fare il colpo del secolo col figlio, da federazioni di incapaci, da presidenti ottusi, da un sistema che è in toto da buttare a terra e rifare, coinvolgendo scuole, scuole calcio, università, insegnando lo sport come valore e non come X-Factor/Amici di Maria de Filippi/Grande Fratello, incentivando le squadre B e l'inserimento dei giovani.
La soluzione non è numerica, nè di quote IMHO. Se non insegni ai tuoi ragazzi a divertirsi da piccoli, a crescere da professionisti, ad amare lo sport in quanto tale, a coltivare tecnica, talento, qualità invece che ossessioni tattiche di cialtroni che pensano di essere guardiola o klopp o rinus michels e prestanza atletica che verrà comunque brutalmente mortificata dal numero indecente di partite annuali e da preparazioni fatte a cazzo, coi viaggi di qua e di là per raccattare qualche spiccio, qualunque soluzione di quota numerica sarà un palliativo che produrrà scarsi risultati.
Come del resto puoi vedere con le quote per le liste UEFA: noi ci abbiamo un terzino scarso, un terzo portiere di 90 anni, uno che non ha voluto comprare manco sua mamma, un terzino scassato, e il secondo portiere.
La revisione del lavoro su vivaio e primavera è arrivata non per le liste, ma per business: con Redbird, Maldini, Massara e Moncada, iniziando dai 14/15enni e cercando così i risultati.
Insomma, questa manica di rubagalline e pagliacci, dovrebbero capire che i vertici di Lega, Federazione e quant'altro vanno decapitati come fosse la rivoluzione francese, e il sistema va rivisto, tutti insieme, per farlo rinascere sportivamente e - unica cosa che gli interessa - per farlo crescere economicamente.
Altrimenti, si muore, qualunque sia la quota di italiani necessaria.
Sai, questo... questo è un caso molto, molto complicato, Maude. Un sacco di input e di output. Fortunatamente io rispetto un regime di droghe piuttosto rigido per mantenere la mente, diciamo, flessibile.