Non è affatto paradossale.
Se hai una squadra di merda, non hai pressioni, nessuno ti chiede di vincere.
I tifosi sono più tolleranti, i giornalisti non ti aspettano al varco, la stessa società ha meno pretese.
Le tue sconfitte non sono un dramma.
Alleni una squadra forte?
Tolleranza zero, devi prtare risultati.
Inoltre, devi relazionarti con giocatori più forti.
Se tu sei (ad esempio) Delneri ed alleni il Chievoverona, puoi mettere in panchina il pelliser di turno senza dare troppe spiegazioni.
A nessuno.
E nessuno (ultras, giornalisti, lo stesso Pellisier) ti rompe i coglioni.
lo stesso delneri, ipotizzo, passa al Milan.
Dove c'è Kakà e pure Rui Costa e deve metterne uno in panca.
Non può trattarlo come con Pellissier, se vuoi mettere fuori Rui Costa devi parlare con lui, spiegare, motivare il ragazzo. Non sei più al Chievo, hai ultras che possono scassarti le palle, hai conferenze stampa con decine di giornalisti (e non con i due sfigati di Tele Arena).
E se perdi, il procuratore di Rui Costa ti telefona e ti chiede spiegazioni...
Allenare in provincia è molto più facile.
Esempio del cazzo? Mica tanto, avvenne davvero qualcosa di simile.
Nel 2004 Delneri venne ingaggiato dal Porto, per sostituire Mou.
Dopo un solo mese di allenamenti, i giocatori del Porto (Vitor Baia su tutti) si recarono da presidente: "noi siamo campioni d'Europa e questo viene dal Chievoverona ad insegnarci come si gioca: o lui o noi".
Delneri venne esonerato.
Non a caso ha fallito al Porto, alla Roma, alla Juve ed ha fatto bene a Verona, a Bergamo, alla doria.
Ci sono allenatori fatti apposta per la provincia.
Allenare squadre importanti è differente.
E' uno sport differente.