Buongiorno ragazzi, mi sveglio con una riflessione (direte "viri chi pinseru ca avi chistu a matina", tradotto ognuno nel vostro dialetto, però va beh

).
Ieri Fonseca ha voluto mandare un messaggio forte a Leao e Theo Hernandez, lasciandoli fuori dalla formazione iniziale. Non parliamo di cazzate eh, non credo che qui ci sia qualcuno che ne abbia voglia, ma non diciamo che ha fatto "una legittima scelta tecnica" come ho letto da qualche parte. Quell'esclusione vuol dire, paro paro: "amici miei, il capo sono io e il vostro atteggiamento non mi piace. Vi prendo ad esempio e vi do una lezione".
Il comportamento penoso dei due al cooling break, anche qui, non è fraintendibile. Anche qui, non ci prendiamo in giro: vuole dire "stronzo dimmerda, tieni in panchina la puttana di tua madre". Ora, è certamente un comportamento per cui andrebbero presi a ceffoni come i bambini, in diretta mondiale. Non ci piove. Ma questi sono i giocatori di oggi. Rompicoglioni viziati che hanno il coltello dalla parte del manico e il procuratore da quando hanno tredici anni, che giurano amore e poi al rinnovo ti chiedono cifre ridicole, che vanno in arabia a 26 anni, che sono capaci di stare un anno a fare schifo tanto sono in scadenza e quindi ti fanno la ripicca per non averli rinnovati alle cifre richieste, eccetera, eccetera, eccetera.
Vengo alla riflessione senza ulteriori indugi: il compito FONDAMENTALE dell'allenatore al giorno d'oggi, quando i fuoriclasse latitano e i professionisti ancora di più, è la gestione umana di questi fottuti mocciosi viziati, la creazione e mantenimento di un ambiente sano, positivo, equilibrato, che dia sicurezza ai singoli e al gruppo, che li renda uniti e li mantenga tranquilli e concentrati anche quando le cose vanno storte. Questo è un compito assolutamente PRIORITARIO, mille volte più che inventarsi cazzate, schemi, movimenti astrusi, baggianate su moduli con e senza palla e quant'altro. Se tu metti i giocatori nel loro ruolo più consono e fai ciò di cui sopra, hai fatto il 90% del lavoro. Ti basta intervenire su schemi su calcio piazzato e rimedi specifici per l'avversario che hai davanti e sei nella bambagia - posto di avere una squadra valida.
Se tu alla terza giornata sei già al punto di fare muro contro muro contro i due giocatori più importanti - piaccia o meno - della squadra, significa che tu il polso della squadra non l'hai mai avuto, che non sei realmente capace di farti rispettare e che di conseguenza devi fare gesti forti nel vano tentativo di sembrare autoritario, cosa che è invece un segnale di come tu autorità, nel gruppo, ne hai ZERO SPACCATO.
Voi direte: "e allora cosa dovrebbe fare un allenatore, tollerare qualunque stronzo viziato che fa i capricci invece di lavorare seriamente?"
No, chiaramente no. Ma bisogna essere realisti: inutile dire "uè Romeo Benetti non faceva un fiato e a fine partita andava a tagliare l'erba di San Siro e a lavare gli spogliatoi". Non sono i tempi di Romeo Benetti, non è la generazione di Romeo Benetti, ma manco di Baresi o di Gattuso. Leao e Theo non sono stati più svogliati del resto della squadra a Parma, dove siamo stati presi a pallonate da una neo promossa, fare una mossa del cazzo come quella di ieri non significa avere le palle, significa che nessuno ti rispetta e tu alla terza giornata sei alla canna del gas e a corto di idee, che le cazzate che credi che siano filosofia calcistica forse funzionano a football manager ma certamente non in Serie A e che in tre partite (con Torino, Parma e una Lazio che non ha decisamente una bella cera dopo il mercato estivo) tu hai fatto due punti, uno con un pareggio nel tempo di recupero ottenuto casualmente e senza schemi ma con "tutti al fondo" e uno giocando malissimo e con un gol di quello che avevi escluso.
Qualcuno dirà: "no, è inaccettabile la mancanza di professionalità". Sicuramente non sono in disaccordo sul principio. Ma guardatevi intorno e accettate un FATTO: questi sono i giocatori di oggi. Tutti. Da Mbappè fino alla serie D. Tu hai il compito di gestirli (questi, non degli immaginari superprofessionisti carichi di serietà e rigonfi di amore atavico e inestinguibile per la maglia - rossonera o verde coi cazzi viola che sia), ed è il compito più importante tra tutti quelli che sono assegnati fuori e dentro un campo da calcio al giorno d'oggi. Infatti la scelta dell'allenatore è la scelta più importante e ricca di significato che devi fare quando gestisci una squadra.
Poi potremmo aprire una parentesi su come questo bell'ambientino sia frutto di una manica di nullità (ognuna al posto sbagliato) nella dirigenza, che è alla fine il reale problema della situazione tutta, di come l'uomo di Cardinale, quel coglione imbecille che dice "sono dio", in una situazione di importanza vitale come ieri fosse a mare, di come ti sei fatto sfuggire un Thiago Motta perchè - per il solo e unico motivo di risparmiare soldi - fino alla fine della scorsa stagione, quando era chiaro anche alle bandierine del calcio d'angolo che bravo o meno il tempo di Pioli era finito hai tentato di tenerti quello che poi hai dovuto esonerare a Giugno, di come ogni trattativa per ogni obiettivo di mercato diventi una imbarazzante, ridicola, demenziale telenovela che si trasforma coi giorni che passano in farsa di paese. Ma sarebbe un altro discorso.
Grazie a chi leggerà sto pippone domenicale di un tifoso che ne ha già le palle piene alla terza giornata di campionato.